La città intanto cambia. Muta ad una velocità impressionante. Sono stata via qualche mese e tornando mi sono accorta di quante cose di possano fare in così poco tempo. Crescono i palazzi, aprono i negozi, si costruiscono i marciapiedi, si imbiancano facciate. Qualche mese fa David Cameron è stato in visita da queste parti insieme al presidente. Giubilo e festa per il grande onore. In meno di un mese tutto ciò che era a "portata di occhi" è stato stravolto: colorato, dipinto, sistemato, tinteggiato, pulito, rinfrescato.
Basta girare l'angolo però per rendersi conto che "dietro" le cose son rimaste come prima.
Sarà una lunga notte, questa notte, lo so.
Pensieri, paure, emozioni corrono nella mia mente e il sonno, non arriva.
Eppure so cosa mi aspetta (ma credo di essermi dimenticata), so quali sensazioni mi accompagneranno nel prossimo periodo (ma credo di aver rimosso qualcosa di fondamentale!), so come si abbraccia una figlia (ah già, ma questo è un maschietto!)... Insomma, ultima notte insonne di mamma.
Piccoletto, arrivederci a domani.
Assisto silenziosa ad un dialogo tra numero 1 e numero 2.
La piccola incuriosita chiede alla sorella "cosa vuoi fare da grande?"
La grande sicura di sè risponde "l'astronauta... o magari la scientist. E tu, hai già deciso quello che vuoi fare?"
"Sì, voglio restare piccola. Non voglio più crescere. Voglio fare la bambina. Adesso aspetto che esca dalla pancia il fratellino, poi tra qualche anno, lui crescerà e andremo insieme nella classe dei 4 anni". Figlia n.2 ha le idee molto chiare su ciò che si aspetta dal futuro ed è molto seria. Figlia n.1 ride, è perplessa ma non commenta.
Non me la sento di intervenire con la classica frase "figliola, ti auguro tutto ciò che desideri...", sorrido e le lascio alle loro congetture.
C'è uno strano (e duro) mestiere da queste parti: lo spazzino. Ad essere onesti, la spazzina perchè quasi tutte sono donne. Fanno tenerezza perchè per lo più non sono giovani e ho scoperto che quasi tutte provengono dall' Uzbekistan: emigrano per venire in Kazakhstan per lavorare.
D'estate indossano un giubbotto catarinfrangente e hanno mani e viso completamente coperto da un telo bianco (per la polvere e il sole), cappellino e occhiali da sole. D'inverno hanno la stessa tenuta ma il telo che copre il viso è una sciarpona di lana. Sembrano mummie occhialute coi visi completamente fasciati di bianco.
Hanno una piccola scopetta e, costantemente piegate, spazzano e raccolgono. Polvere d'estate, acqua e fango in autunno, neve in inverno. Stanno in mezzo alla strada (!) e con una paletta da cucina (!) raccolgono per tutto il giorn, e buttano tutto in un canale di scolo tra la carreggiata e il marciapiede oppure con uno straccetto lavano guard-rail o lampioni. La città è pulita, fanno un ottimo lavoro.
Ecco cosa son riuscita a trovare ad Atyrau.
Al confine tra Europa ed Asia qualcuno ha fatto attivare la tisana dolce e rotonda... Un po' come me ;)
Rullo di tamburi, in alto i calici e brindiamo insieme...
Questo blog ha toccato i mille accessi.
Anche grazie a te. Grazie perchè tutto questo era inaspettato.
Grazie perchè mi hai letto, mi hai consigliato a qualcuno, forse hai condiviso qualche mio articolo o hai detto che "ti piace"...
Ma davvero grazie perchè senza di te che ora stai leggendo queste poche parole, tante volte in questo angolo del mondo, mi sarei sentita più sola.
C'è chi parte alla ricerca di fortuna, per seguire il lavoro, la famiglia, un sogno o chissà che altro ancora.
In genere si parte spaventati ma pieni di euforia, frastornati da tutto ciò che una partenza come questa comporta, ma incuriositi.
Ma questa storia è diversa.
Questa è la storia di una mamma e di un papà che lasciano l'Italia e portano il piccolo Michelangelo negli States, dove il più compatibile tra i due genitori donerà un rene e poi il bambino verrà curato a lungo termine. Devono trasferirsi e lasciano tutto: famiglie, lavoro, casa. Si portano dietro la speranza di offrire una vita al loro bambino di nove anni.
Questa è la loro storia e mi sembrava doveroso parlarne perchè meritano visibilità più di chiunque altro, in questo momento.
In bocca al lupo.
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